Dialogo apocrifo di Platone
U N   D I A L O G O (APOCRIFO?) D I   P L A T O N E


Crizia:    - Caro Socrate, per molti di noi è motivo di sorpresa e stupore, vedere come molti
                uomini si dedichino al bene degli altri, incuranti di sacrifici e sofferenze,quasi nel
                disprezzo di se stessi e nel nascondimento, rifuggendo dalla fama e questi
                appaiano degni di massima lode.

Socrate:    Così sembra anche a me, Crizia, e come in altre occasioni, nelle nostre riflessioni,
                non ci siamo fermati alla opinione comune, ma, come amanti della sapienza
                ci è piaciuto riflettere ed approfondire i più diversi argomenti relativi
                al comportamento dell'uomo nella ricerca del bene, anche ora vorrei conversare
                a lungo con te su quanto tu proponi alla nostra riflessione.

Crizia:    Certo, Socrate, sono ben felice di seguirti nelle tue argomentazioni
                mentre passeggiamo nella quieta ombra del portico.

Socrate:    Stabiliamo prima alcuni punti fermi, che ci serviranno, poi, per il nostro ragionamento.
                 Sembra che ciascun uomo, come ogni essere vivente, agisca per soddisfare i propri bisogni
                 che, se non può soddisfarli, gli causano dolore, mentre quando li soddisfa
                 gli fanno provare piacere, o no?

Crizia:    Dici bene, o Socrate, anche a me sembra che sia così: il desiderio
                 è la conseguenza di un bisogno ed i due termini sembrano coincidere nel loro
                 significato, tanto che ti proporrei di usare indifferentemente queste parole: soddisfare
                un desiderio, infatti, a me sembra significhi soddisfare il bisogno da cui esso deriva.

Socrate:   Bene, Crizia, mi hai aiutato a correttamente interpretare il mio pensiero: allora il primo punto
                fermo può essere questo: alla soddisfazione di un bisogno corrisponde un piacere, alla non
                soddisfazione, un dolore.

Crizia:   Giusto.

Socrate:   Passiamo ad un secondo punto: scopo dell'uomo è il perseguimento del bene e, perciò, combattere il male;

                e nel far ciò sopporta volontariamente dolori e sacrifici. E ciò accade anche quando combatte il male che affligge altri uomini,

                perchè egli, quando è dabbene, non sopporta tale male e ritiene suo compito eliminarlo: solo così, infatti, sarà felice ed in pace con se stesso

                


Crizia:   Molto bene, Socrate,essere in pace con se stessi, infatti, è lo stato che procura all'uomo il piacere più profondo  questa mattina sei proprio in forma, forse che Santippe ti ha lasciato in pace?
                Credo di aver capito che cosa vuoi dire

continua
la decifrazione e la traduzione dell'originale greco è , come si comprende, lunga e faticosa...

Poesia



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